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Erissimaco e Aristofane

Erissimaco e Aristofane

di Maria Chiara Pievatolo -
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Uno studente chiede:

Poco prima del discorso di Aristofane, Erissimaco invita il commediografo a parlare "come se dovesse rendere ragione di ciò che dice": questo esercizio di logon didonai è simile a quello che Kant auspica all'interno della sfera del dialogo universalmente accessibile con la libertà della penna teorizzata nel Gemeinspruch?

Solo in parte. Aristofane è un poeta, e dunque, platonicamente, le sue rappresentazioni - proprio perché hanno una potenza mediatica superiore a quella del discorso filosofico - hanno anche bisogno di essere sorvegliate da custodi, specialmente quando sono rivolte a soggetti "deboli", quali, per esempio, i minori.

Questa risposta è costruita sulla base del combinato disposto con la critica alla poesia contenuta nella Repubblica. Se teniamo presente il ruolo della commedia di Aristofane nel processo di Socrate, possiamo leggere lo scambio di battute fra Erissimaco e Aristofane come una specie di sfida: "Le tue rappresentazioni sono molto efficaci. Ma se ti chiedessero di renderne ragione,  saresti capace di farlo? Oppure, visto che non sai quello che dici, dobbiamo tenere i tuoi discorsi sotto tutela?"