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Scandalum datum e scandalum acceptum

Scandalum datum e scandalum acceptum

di Maria Chiara Pievatolo -
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Uno studente chiede:

Vorrei avere un chiarimento sulla differenza tra scandalum datum e scandalum acceptum nel V articolo preliminare della Pace perpetua. Sarebbe corretto dire che uno scandalum datum si ha quando lo scandalizzato ha ceduto all'influenza di un'azione colpevole? Mentre uno scandalum acceptum si ha quando il motivo dello scandalo è un'azione buona o soggettivamente retta? Potrebbe cortesemente farmi un esempio circa le due tipologie per capire meglio?

Quanto dice lei è corretto ma incompleto. Chi dà scandalo non commette un solo peccato, ma due:

  • l'azione peccaminosa vera e propria
  • il cattivo esempio intenzionale che dà agli altri

Nel caso dello scandalum acceptum, manca, invece, lo scandalo dato, o perché l'azione che ispira il comportamento dello scandalizzato, anche se peccaminosa, non era accompagnata dal fine di dare un cattivo esempio, o perché, addirittura, era un'azione o buona o compiuta in buona fede con la convinzione che non fosse cattiva. Chi trae ispirazione da quella azione fa dunque tutto da sé, perché il primo attore non aveva intenzione di dare il cattivo esempio.

Se vuole un esempio, le ripeto quello che faccio a lezione. Se io rubo una bicicletta vantandomi della mia impresa e proclamando che non fa come me è un vigliacco, il mio comportamento è uno scandalum datum: c'è il furto, e c'è pure il cattivo esempio intenzionale. Se invece sottraggo una bicicletta senza dirlo a nessuno, o addirittura compio qualcosa di innocente che però gli altri fraintendono (mi faccio vedere a tranciare la catena della mia bicicletta perché ho perso la chiave), manca il cattivo esempio intenzionale. Se qualcuno, notandomi, si dedica al furto di biciclette, non può sostenere di essere stato traviato da me: io, infatti, non avevo, in nessuno dei due casi, intenzione di dare agli altri un cattivo esempio.